Un paio di settimane fa avevo “annunciato” che il mio nuovo
romanzo, ispirato alla piccola esperienza di “PhD, Pregnant”, sarebbe uscito
all’inizio di Dicembre.
La sfiga mi ha messa a letto con una mezza broncopolmonite
che mi impedisce di uscire a fare le foto necessarie per la copertina.
Poiché non
voglio fare le cose male per farle in fretta ho pensato di guarire, fare le
foto, e poi approfittare delle vacanze di Natale per lavorare con calma ad una
bella copertina per “Mi sei capitata per caso”.
Sarà questo il titolo.
Come avevo anticipato, sarà ispirato a “PhD, Pregnant”, di
cui ritroverete alcuni dei brani più divertenti, ma la storia è completamente
nuova: nuovi i protagonisti e i personaggi secondari, nuovo il finale, nuovo il
messaggio, l’idea che mi ha ispirato a raccontare la storia in questo modo.
Nel prossimo mese vi lascerò delle anticipazioni e dei brani
musicali che mi hanno ispirata durante la scrittura, e voglio iniziare con un piccolo
estratto del libro e una canzone che raccontano la mia Bologna, la città in cui
il libro è ambientato. Avrei voglia di canticchiare questa canzone, ma al
momento ne verrebbe fuori solo un rantolo tossicchiante perciò no, meglio di
no.
"Banchi
di nebbia apparivano uno ad uno, all’improvviso, e piccoli lampioni segnavano
gli ingressi di giardini da romanzo che mi avevano fatta sognare da ragazzina.
Gettai un’occhiata affettuosa e malinconica alla Basilica di San Luca, che
risplendeva pacifica sulla cima di un colle alla mia sinistra.
Nonostante
avessi sempre vissuto in provincia, Bologna era la mia città da quando avevo
quattordici anni. La maggior parte dei miei amici viveva ai piedi di quelle
colline, eravamo cresciuti sotto quei portici medievali che rendevano la città
romantica, in un modo unico e peculiare, soprattutto nei giorni di pioggia.
Nessuno si bagna a Bologna: ci
sono i portici.
E puoi startene lì a pensare,
aspettando che la pioggia passi e guardando un muro d’acqua che scende tra le
colonne, insieme ad un’orda di studenti che, come te, in qualche momento della
vita aveva subito il fascino di quel luogo in cui da centinaia di anni le
persone si riunivano per imparare: la città dall’università più antica
d’Europa.
L’ultimo
banco di nebbia si dileguò nel momento in cui l’illuminazione dorata dei viali
cominciò a rischiarare la notte d’inverno. Sbadigliando, svoltai verso la
tangenziale e alzai il volume della radio per tenermi sveglia."
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