sabato 7 novembre 2015

Glitch

Ok, siete pronti con gli stuzzichini? Questa è la vera inaugurazione e stappiamo lo champagne parlando di Glitch, l’ultima fatica di Mirya, disponibile qui.  E lasciatemi dire che è uno champagne di eccellente qualità.

Incominciamo però con un’ammissione: fin da quando ho saputo che il titolo del libro sarebbe stato “Glitch” ho avuto in mente LEI:


La conoscete? È Vanellope, del film “Ralph Spaccatutto”, quella che dice “non sono un glitch, sono solo un po’ pixellessica!”. Ecco. Perciò Mirya, con me avresti anche potuto risparmiarti di descrivere Leanne, tanto io vedrò sempre e comunque solo lei, con caramelline in testa e tutto il resto. Ammetto che se tento di immaginare poi lei con Caleb Webster la cosa si fa un pelino destabilizzante, ma lasciamo perdere.
Disfunzione Disneyana a parte, non so bene come iniziare una recensione per questo libro, sono terrorizzata dall'idea di lasciarmi scappare  qualche spoiler, visto che il libro è uscito da pochi giorni appena.

Dunque, sono già uscite recensioni su Amazon che rimarcano il fatto che questa storia era una fanfiction. Ma no?!? Davvero?!? Sono giusto giusto mesi che Mirya lo dice in tutte le salse. 
Ho già avuto discussioni in passato, anche con Mirya, relativamente ai libri che escono come originali mentre in realtà erano fanfiction a cui sono stati semplicemente cambiati i nomi dei protagonisti e dei luoghi. 50 Sfumature di Color-Cacca-Di-Gatto, per intenderci. Più volte, con diverse persone, ho rimarcato il fatto che quello che mi infastidiva (oltre alla bruttezza di quel libro) non era tanto che fossero fanfiction, quanto l’inganno: la fanfiction, anche una scritta meravigliosamente, non sarà mai un romanzo. La fanfiction ha un modo di scrivere diverso, un ritmo narrativo fatto per essere letto un capitolo alla settimana, uno stile che rispecchia questa caratteristica. Non puoi prendere una fanfiction, così com’è, e farne un libro, perché si nota. E infatti Mirya NON l’ha fatto. Il prodotto iniziale (fanfiction) e il prodotto finale (libro) sono due cose diverse, la fanfiction originale è stata revisionata e cambiata, non solo nei nomi e nei luoghi, ma anche in dettagli dello stile e del ritmo, con un’accuratezza che è tipica di Mirya e che ammiro moltissimo in lei. C’è dietro un grande e bellissimo lavoro. E c'è un mondo interamente nuovo da scoprire.

Leggere Glitch sapendo che era tratta da Succo di Zucca mi ha fatto sentire come quando incontri dopo anni un vecchio amico, che non senti da tempo, e chiacchierando ti accorgi piacevolmente che è cresciuto, è cambiato ed è diventato più intelligente, una persona migliore. Mi sono immersa in questo libro, interrompendo ciò che stavo leggendo, perdendo ore di sonno per il desiderio di finirlo e sono incredibilmente felice di averlo fatto.

Ho affrontato Glitch aspettandomi un bel libro di fantascienza, e quello che ho avuto è stato un GRAN bel libro di fantascienza, con una grande storia d’amore e di crescita, e con uno stile impeccabile, come quello a cui Mirya ci ha abituati, ma più cupo e più toccante sul piano emotivo. Impeccabile è anche l’ambientazione, il mondo degli Alter, e la logica di progresso scientifico-tecnologico che c’è dietro alla costruzione di questo mondo futuristico, che non è una distopia nell’accezione rigorosa del termine, ma che ricorda il genere distopico per i toni che lo caratterizzano.

Leggo sia fantasy che fantascienza e ammiro aspetti diversi in ognuno di questi generi e in ogni sottogenere che include. Nella fantascienza ambientata “qui ma nel futuro”, come Glitch, amo vedere una coerenza, una logica che  giustifica la presenza di quegli elementi che nella nostra realtà non esistono. Nella fantascienza non c’è magia, ogni elemento irreale deve essere giustificato da un progresso scientifico-tecnologico che, pur non essendo possibile “qui e adesso” deve essere in qualche modo plausibile, o almeno immaginabile, e giustificato. Ad esempio, la robotica dei libri di Asimov è perfettamente giustificabile, è un futuro che non ci sembrava poi così impossibile. Il mondo creato da Mirya è forse più visionario dal punto di vista tecnologico, ma assolutamente plausibile sul piano concettuale: SIAMO sempre connessi, ci basta non avere accesso a Internet per qualche giorno e ci sentiamo un po’ in crisi (chi più chi meno), con più o meno consapevolezza viviamo davvero una doppia vita. C’è una parte di noi che vive una vita diversa, più o meno attiva, in un mondo virtuale. Non è affatto impensabile ciò che Mirya ha immaginato ed ha una logica e sufficienti dettagli per immedesimarsi in fretta e completamente, per vivere fin dal primo capitolo in un Mondo Connesso.

C’è solo una piccola eccezione a questa perfezione, ma è molto probabile che il mio rilevarla sia dovuto alla disfunzione provocata dalla mia formazione biotecnologica, perché riguarda il modo in cui Mirya ha affrontato il tema delle mutazioni genetiche nei Wired Beta. Mi è sembrato di cogliere una superficialità nel trattare l’argomento, come se utilizzasse in parte quegli stereotipi che fanno dire alla gente “ecco vedi cosa succede a smanettare col DNA? Ne escono dei mostri!”. Ridurre l’ingegneria genetica a un terzo occhio che ti spunta dove non batte il sole come effetto collaterale mi ha lasciato una punta di amaro, come se avessi colto una piccola occasione perduta per rendere il libro perfetto anche sotto questo punto di vista. La narcolessia è più credibile come effetto collaterale: in fondo su alcuni modelli animali è stata collegata ad una mutazione nel gene di un neurotrasmettitore, un gene che in effetti potrebbe essere tra quelli su cui l’ingegneria genetica ha operato per selezionare migliori individui Wired, è più immaginabile. Disturbi del metabolismo energetico, anche. Ma in certi individui questo aspetto diventa caricaturale, come succede per il serraglio OGM (che mi ha fatto morire dal ridere), in un modo che, per il mio gusto, non è del tutto piacevole. Ripeto, è possibile che questa sia una mia percezione, magari sono troppo sensibile sull’argomento.

In conclusione non posso che affermare che Mirya ci ha fatto un altro, meraviglioso regalo, e che non vedo l’ora di leggere la continuazione di questa storia e di rientrare in questo mondo. E vedere chi si divertirà ad ammazzare. 
Grazie cara, leggerti è sempre un dono e un onore. 

Mi resta soltanto un dubbio: ma quando i personaggi fanno quella cosa delle api, dei fiori e delle cicogne, lo fanno in contemporanea anche gli Alter? Oppure sono solo dei gran guardoni? 






7 commenti:

  1. Grazie mille tesoro, sono felicissima che il libro ti sia piaciuto!
    Per quanto riguarda la tua perplessità, ti riporto le parole di Ben:
    "...Tentativi di miglioramento fatti dagli umani, che non vanno esattamente a buon fine, o almeno non seguono il fine voluto dagli umani, ma forse ne realizzano uno non previsto..."
    "...Come molti animali o piante OGM, non fanno ciò per cui sono stati programmati, ma fanno qualcosa di diverso. A volte il risultato sembra senza senso, ma io credo che ce l’abbia sempre, un senso. Che anche i presunti difetti genetici dei Beta abbiano un loro perché...."
    Il pensiero di Ben non è uguale al mio - non lo è mai, il pensiero di un personaggio -, ma è di certo simile; io, come sai, credo nella scienza, e credo che raggiunga grandi risultati e altri ne raggiungerà: Particelle ne è un esempio, ma anche gli stessi portali, anche la Cupola, anche gli avio e i dischi. Credo però anche che la scienza, come ogni cosa poi, proceda per tentativi e per errori, e che non sempre gli errori siano negativi, o inutili.
    Al momento noi guardiamo alle caratteristiche dei Beta come difetti genetici, perché così li vedono tutti: tutti tranne Ben, che parla di 'presunti' difetti genetici. Il gatto placebo è un esempio di qualcosa che ha superato i fini che ci si era riproposti. E salendo sopra le teste dei personaggi, guardandoli dall'alto, siamo sicuri che i loro difetti siano tali? E che non siano invece miglioramenti, o che non abbiano comunque una loro specifica programmazione che, forse, non viene dall'uomo?
    Sei sicura, ad esempio, che qualcuno dei personaggi che hai visto non sia già stato salvato dal suo presunto difetto genetico?
    Questo, insomma, il punto della faccenda: non pensare al mondo come lo pensano i personaggi. Loro non sanno tutto, ovviamente.
    Grazie mille di nuovo, e scusa per i minispoiler!

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    1. Cara, mi confermi che le mie percezioni possono essere sottoposte a bias dovuto alla mia preparazione ed esperienza: sono talmente abituata a gente superficiale che mi addita (anche se lavoro in un campo diverso) come possibile creatrice di mostri, che ogni accenno (lo ammetto, la storia del terzo occhio mi innervosisce) tocca su di me un nervo scoperto e a volte magari non mi fa vedere il quadro completo. Sono molto contenta di sapere che dietro a quella che mi era sembrata superficialità c'è un disegno e un lavoro sui personaggi. E sono anche contenta di aver sollevato l'argomento (sperando che non ti abbia infastidita) perché questo ci permette di confrontarci in modo produttivo come sempre. Un abbraccio! (Enon credere che non abbia notato che non hai risposto alla mia domanda finale...)

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  2. Bella recensione, complimenti! Mi aggiungo alla domanda finale che mi ha fatto morire dal ridere anche perché me lo sono chiesta anch'io per tutto il tempo. Insomma, che fanno gli Alter quando i loro umani zompano allegramente? Ti preeeeegoooooo Mirya! Abbi pietà e spoilera senza pietà! Tanto lo sappiamo che ti piace...

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    1. Inutile, non risponderà mai, è evidente che dovremo aspettare il prossimo libro per sapere qualcosa su Anne e... stavo per scrivere il "piccolo Caleb" ma è fraintendibile, quindi, come si chiama l'alter di Caleb? E ha anche lui un "piccolo alter di Caleb"? o sono asessuati come gli angeli? Mah.

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    2. Hahahaha! Mi piace come lavora la tua mente. Davvero!

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    3. Fanciulle, se lo chiede anche Leanne, se ricordate. E no, non ho intenzione di dirvi nulla che non sappiano gli stessi personaggi!
      Alla fine vi darò molte risposte ma, come sempre, non tutte. Lo sapete che sono fetente.

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    4. Ricordo ricordo. Mi ha fatto morire la scena in cui Leanne e Caleb mandano gli Alter in bagno per avere privacy. Una delle tante piccole perle.

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